Londra: i colori di Notting Hill

13 dicembre 2019


Londra è tutta affascinante e ogni quartiere sa come fare per conquistare i viaggiatori.
Non è una città "una volta nella vita" così dinamica ed evolutiva che andrebbe vissuta spesso e in ogni momento dell'anno.


Andare a Londra e ignorare Notting Hill?
Impossibile!
Appena arrivata nel quartiere ho pensato: colori nei colori.
Le classiche case edoardiane brillano di tonalità vivaci portate da immigrati caraibici provenienti dalle ex colonie dove anche semplici magazzini e laboratori sono usciti dal grigiore grazie a questa ventata di allegria (e penso al famoso carnevale caraibico di fine agosto come ad un'esplosivo arcobaleno).

La fisionomia attuale del quartiere è dovuta ad una stratificazione sociale permeata negli anni: inizialmente la zona non era molto appetibile come residenza essendo animata da cascine per l'allevamento dei maiali o dai forni per la fabbricazione di mattoni e vasellame.
Un piano regolatore volle a forza far uscire dall'incuria e dal degrado l'area creando abitazioni a immagine e somiglianza dei più noti Belgravia o Mayfair. Ma l'operazione fallì e mentre i nobili se ne restarono al calduccio dei loro eleganti quartieri, qui arrivò la borghesia, gli artisti e gli immigrati caraibici appunto.
"come un fallimento immobiliare sia diventato uno degli angoli più fotografati di Londra"

E naturalmente non mancano le insofferenze da parte dei residenti che sentono invasa la loro privacy (alcuni turisti più aggressivi si spingono a suonare i campanelli per farsi aprire e andare a curiosare nei piccoli giardini nel retro delle abitazioni). 
A parte la via del mercato (vedi sotto) ho trovato strade molto tranquille e sonnacchiose spesso deserte.


Lo spirito "vagabondo" e cosmopolita ha dato linfa vitale al  mercato delle pulci più famoso d'Inghilterra (o del mondo?) il mitico market in Portobello Road é attivo dal 1857 e si svolge tutti i giorni domenica esclusa. 
E' conosciuto anche in Italia e proprio qui sin dagli anni '60 gli "happy few" che potevano permetterselo, "planavano" alla ricerca della minigonna, dello stivale bianco, delle lampade psichedeliche, dei dischi (soprattutto bootlegs) ritornando in patria poi con l'estrema soddisfazione di aver trovato cose uniche ed introvabili nella provincialissima Italia dell'epoca.


Si trova di tutto ancora oggi, e con un pò di fiuto si riescono a fare anche buoni affari, ma il bello è proprio girovagare tra i banchi o entrare in qualche shop vintage o charity (dove viene raccolto abbigliamento - anche firmato - e il ricavato va in beneficenza) e trovare cose molto british non solo nei tessuti glencheck o tartan ma anche cose creative che riportano alla swinging London che tanto amiamo.






I colori vivaci delle case non hanno risparmiato i tanti locali e i negozi che si affacciano sulle strade: dal pub alla backery tutto profuma di anticonformismo e creatività.
C'e ancora la libreria (che nella finzione era dedicata ai libri di viaggio) che fu galeotta dell'incontro tra Julia Roberts e Hugh Grant nel film "Notting Hill" del 1999. 
Dopo vent'anni (e vari rimaneggiamenti) è ancora supergettonata e davanti alla vetrina vi sono sempre tantissime persone intente a scattare e a rivivere il romanticismo della pellicola.






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