Marsiglia: nuove architetture e una mostra da non perdere

31 luglio 2016


Anni fa, percorrendo frettolosamente le strade della Provenza (ero diretta in Spagna) non so come, non so perché, mi sono ritrovata al porto vecchio di Marsiglia. Mi ero persa. 
Ora sarebbe impossibile tra navigatori, cellulari e geolocalizzazioni, ma allora si, spesso viaggiavo addirittura senza cartina geografica, perché il perdersi in luoghi mai visti prima mi riservava sorprese inaspettate,  e non posso nasconderlo aggiungeva "pepe" a qualsiasi viaggio.

La città mi sembrava calma sotto il sole rovente di agosto, vuota e inerte come le vele delle barche ancorate al porto vecchio.

Marsiglia ora mi appare in una nuova veste, sorprendentemente ordinata, animata da un viavai di persone, negozi, ristoranti, bar costantemente aperti e nuove architetture.

La riqualificazione inizia già prima del 2013, anno in cui é stata capitale Europea della Cultura, con una serie di interventi architettonici innovativi e di recupero.
Come i Docks, vero ponte tra passato e futuro: da magazzini per lo stoccaggio di merci a centro culturale, sociale e commerciale (21.000mq riprogettati dallo studio genovese 5+1AA).






La Ville Méditerranee (progetto Studio Boeri) sede di UPM (Unione Paesi del Mediterraneo) si trova nei pressi del porto vecchio nell'area dove sorge il complesso militare Fort Saint Jean, a forma di L rovesciata è protesa verso il mare in una struttura ardita,  trasparente e luminosa. 



A due passi sorge il MUCEM (Musée des civilisations de l'Europe e de la Méditerranée), è luogo di conservazione e presentazione del patrimonio antropologico dell'Europa e del Mediterraneo. 
Dibattiti, incontri, studi sono l'anima pulsante del Mucem, oltre alla vocazione museale in visione temporanea. 

Fino al 29 agosto ha sede la mostra  Picasso "un génie sans piédestal", 270 opere tese a mostrare come il lavoro dell'artista sia stato legato alla cultura e alle tradizioni popolari.
La sua espressione artistica qui trova ampio spazio descrittivo e didattico.
Si inizia con le sue "ossessioni" per il mondo circense, la forza e i duelli cruenti della tauromachia, per passare poi ad analizzare la sua arte attraverso materiali insoliti, spesso concepita come opportunità di recupero, quali il cuoio, la ceramica (nata nel periodo di soggiorno a Vallauris) i metalli ed il cartone.

All'ultimo piano del Mucem si trova anche il ristorante "Le Mole" di Gerald Passedat (famosa la sua iconica "Bouillabaisse" da gustare anche nel suo ristorante di Cassis "La Petite Nice") 


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